La scomparsa di Timothy Leary

Il 31 maggio 1996 ci ha lasciato Timothy Leary.

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La sua è stata forse la prima morte annunciata “in rete” (internet, naturalmente). Grazie ad un indirizzo Web internazionale, infatti, è stato possibile seguire passo passo il suo avvicinamento alla morte consultando i bollettini medici, leggendo l’elenco delle sostanze che ha continuato a prendere fino ai suoi ultimi giorni (hashish), e godendosi tutta la sua opera, a testimonianza dei suoi 75 anni vissuti ai limiti della controcultura.

Insieme ai suoi compagni di avventura, William Burroughs, Allen Ginsberg, Grateful Dead, Jefferson Airplane, Doors e Albert Hoffman, Leary ha rappresentato per la cultura psichedelica il più alto punto di riferimento; grazie all’uso e alla diffusione dell’LSD, che sperimentò su se stesso senza limite alcuno, egli contribuì all’apertura delle “porte della percezione” che conobbe numerosi proseliti nel mondo artistico, culturale e musicale a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta.

Negli ultimi anni si era distinto per la sua ricerca tra le nuove tecnologie; convinto sostenitore della cybercultura, Leary è destinato a viaggiare all’infinito tra le fitte reti di Internet, alle quali ha affidato il compito di divulgare ed espandere la sua opera e il suo pensiero.

(di Nino Gatti – tratto dalla fanzine “Interstellar Overdrive“, n. 5 – luglio 1996)